Contratto a tempo determinato: tutte le informazioni utili

Ein befristeter Arbeitsvertrag läuft automatisch aus

Nel mutevole e competitivo quadro economico in cui operano le imprese italiane, in alcuni casi occorre ricorrere a collaborazioni e a contratti di lavoro subordinati. Tra questi, uno dei più diffusi è il contratto a tempo determinato. In questo articolo ti illustreremo quali sono le specifiche di questo contratto a termine: vedremo come funziona, le sue limitazioni, gli orari, la durata massima e le possibilità di rinnovo. 

Punti chiave

  • Un contratto a tempo determinato è utilizzato per assumere un dipendente per una durata definita. Può essere utilizzato per qualunque tipo di mansione

  • Questo tipo di contratto di lavoro può avere una durata complessiva pari a 24 mesi

  • Questo genere di contratto permette alle imprese di adattare il proprio organico ai propri fabbisogni organizzativi e produttivi e consente pertanto una maggiore flessibilità; a ciò si accompagnano però alcuni vincoli e costi maggiori

Condizioni da rispettare per un contratto a tempo determinato

Fu la Legge n. 230 del 18 aprile 1962 a istituire questo genere di contratto, che si configurava come un’eccezione a cui ricorrere in casi selezionati. Questa tipologia contrattuale rimase invariata fino al 2001, anno in cui, nell’ottica della flessibilità, il Decreto Legislativo n. 638 liberalizzò l’utilizzo di questo tipo di contratto. In seguito si sono susseguiti altri interventi, volti da un lato a salvaguardare il bisogno di flessibilità dei datori di lavoro e dall’altro a tutelare i dipendenti, fino ad arrivare al recente Decreto Lavoro, in vigore dal 5 maggio 2023.

Ecco le condizioni principali da rispettare per un contratto a tempo determinato:

  • Il contratto deve riportare l’indicazione della data di conclusione

  • Il contratto può avere al massimo una durata di 12 mesi, anche se si possono raggiungere i 24 mesi complessivi nel caso di eventuali proroghe e rinnovi

  • È permesso un massimo di quattro proroghe

  • Nei contratti a termine con durata fino a 12 mesi non è obbligatorio indicare una motivazione. Per quelli di durata superiore bisogna invece obbligatoriamente indicare le causali elencate nella contrattazione collettiva. Fanno eccezione le attività stagionali.

  • Ad eccezione di alcuni casi specifici, per ogni rapporto di lavoro subordinato il datore di lavoro deve versare un contributo aggiuntivo (come stabilito dalla Legge Fornero) pari all’1,4% della retribuzione imponibile. Il Decreto Dignità ha stabilito l’aumento di tale contributo di 0,5 punti percentuali per ogni rinnovo contrattuale.

La tipologia dei contratti determinati

Solo nel caso di assunzioni inferiori a 12 giorni non è obbligatorio preparare un contratto di lavoro. Una volta che il contratto è stato firmato dal dipendente e dall'azienda, deve essere consegnato al dipendente entro cinque giorni dalla data di assunzione.

La data di conclusione o di scadenza del rapporto di lavoro deve essere menzionata nel contratto. Nel caso in cui la data di fine non sia certa, sarà possibile indicare la durata prevista e poi specificare che il contratto potrà essere prolungato secondo necessità. In mancanza dell’informazione sulla data di conclusione, il contratto verrà infatti considerato a tempo indeterminato.

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I legami dei contratti a tempo determinato 

Non è sempre consentito ricorrere a un contratto determinato. Ecco alcuni casi: 

  • In sostituzione di lavoratori che stanno usufruendo del diritto allo sciopero.

  • Nel caso in cui, in una determinata unità produttiva, nei sei mesi precedenti siano stati licenziati dipendenti con le medesime mansioni per mezzo di un licenziamento collettivo. Si applicano le seguenti eccezioni: contratto di durata iniziale inferiore a tre mesi per sostituire lavoratori assenti o contratti stipulati con lavoratori nelle liste di mobilità.

  • Nel caso di dipendenti con le stesse mansioni in regime di cassa integrazione.

Occorre inoltre ricordare che non si possono assumere dipendenti a tempo determinato a piacimento: la legge stabilisce infatti un limite pari al 20% della forza lavoro a tempo indeterminato (salvo diversamente specificato dal CCNL di riferimento). Nel caso in cui si violi tale limite, l’azienda riceverà una sanzione amministrativa per ciascun dipendente in eccesso. Tale criterio non si applica in tutti i casi e vi sono alcune eccezioni (ad esempio per quanto riguarda le attività stagionali, le start-up innovative, o ancora i casi di sostituzione di lavoratori assenti).

Periodo di validità del contratto a tempo determinato

Il Decreto Legge n. 87 del 12 luglio 2018 ha esteso la durata dei contratti determinati a 12 mesi. Rispettando almeno una di queste condizioni esplicitate all’Art. 1, comma 1, il contratto può essere prolungato (ma la durata non può superare complessivamente i 24 mesi):

a) “esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze sostitutive di altri lavoratori; 

b) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria.”

Se la durata massima viene superata, il contratto può essere trasformato in un contratto a tempo indeterminato. Questo può avvenire anche se il rapporto di lavoro continua dopo la scadenza. Nel dettaglio, gli scenari possibili sono i seguenti:

  • Fino al 10° giorno dopo la scadenza, al dipendente spetta una retribuzione maggiorata del 20% per ciascun giorno di lavoro

  • Dall’11° giorno, l’aumento sale al al 40% per ogni giorno in più

  • Se il rapporto di impiego si protrae oltre il 30° o il 50° giorno, il contratto si trasforma in un contratto a tempo indeterminato

Come si rinnova un contratto a tempo determinato

Un contratto a tempo determinato non può superare i 24 mesi. La durata massima del contratto comprende anche i rinnovi e le proroghe. All’interno di questa finestra temporale è possibile rinnovarlo fino a quattro volte (liberamente nel primo anno, in seguito indicando la causale). Non è consentita una quinta proroga: in questo caso, il contratto verrebbe trasformato in un contratto a tempo indeterminato e la data di inizio equivarrebbe alla data della quinta proroga. 

Un contratto a tempo determinato può anche essere rinnovato, ma in questo caso è necessario attendere qualche giorno tra la fine del primo contratto e la stipula del successivo. Qualora tale intervallo non venga rispettato, il nuovo contratto diventerà a tempo indeterminato. Nello specifico, i tempi da rispettare sono i seguenti:

  • 10 giorni per contratti fino a sei mesi

  • 20 giorni negli altri casi

Regole per dimissioni e licenziamento

Il contratto a tempo determinato prevede già una data di fine: ciò significa che non occorre inviare alcuna comunicazione all’altra parte per informarla. 

Vi sono alcune eccezioni in cui è possibile recedere anticipatamente dal termine:

  • il periodo di prova (ove previsto), in cui entrambe le parti possono recedere liberamente senza fornire alcuna motivazione 

  • licenziamenti o dimissioni per giusta causa

Il contratto a tempo determinato non consente il licenziamento per giustificato motivo oggettivo né soggettivo. Le parti hanno comunque la possibilità di concordare la conclusione anticipata del contratto. Tuttavia, qualora non si trovi un accordo, i licenziamenti o le dimissioni senza giusta causa prima della scadenza naturale danno diritto a ricevere un risarcimento. Nel caso del lavoratore licenziato, tale risarcimento è pari alla retribuzione complessiva che avrebbe ricevuto fino alla scadenza. Nel caso dell’azienda il dipendente dimissionario può incorrere una trattenuta in busta paga.

Orari di lavoro e compenso

Il contratto a tempo determinato può prevedere un orario full time oppure part time. Il compenso ricevuto dal dipendente a tempo determinato dipenderà dalle ore di lavoro effettuate, dal CCNL di riferimento e da eventuali indennità o maggiorazioni concordate con l’azienda.

A livello sia economico che normativo e anche formativo, vale il principio di non discriminazione: pertanto, a parità di mansioni e di livello, i dipendenti a tempo determinato hanno diritto allo stesso trattamento dei dipendenti a tempo indeterminato. In caso di violazione di questo principio, il datore di lavoro subisce una sanzione amministrativa.

I lavoratori con un contratto a tempo determinato hanno diritto alla tredicesima mensilità. Ove previste, verranno erogate anche eventuali mensilità aggiuntive, come la quattordicesima. Naturalmente, qualora il contratto a termine duri meno di un anno, tali mensilità andranno calcolate in modo proporzionale: ad esempio, per quanto riguarda la tredicesima (che in un contratto indeterminato si compone di 12 dodicesimi della retribuzione mensile), nel caso di un contratto di sei mesi corrisponderà a 6 dodicesimi.

Smart working nel contratto a tempo determinato

Lo smart working è una modalità di lavoro agile che ha iniziato a diffondersi già da qualche anno e che ha preso piede soprattutto a seguito della pandemia di Covid-19. Prevede flessibilità sia in termini di postazione di lavoro (il personale in smart working non è vincolato a un luogo di lavoro specifico), sia in termini di orari.

Possono beneficiare dell’opzione di smart working sia i dipendenti con contratto a tempo indeterminato che quelli con contratto determinato. In tutti e due i casi, è necessario comunicare un accordo integrativo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il datore di lavoro non è obbligato a concedere lo smart working ai dipendenti. Qualora lo faccia, tuttavia, potrebbe ottenere in cambio alcuni vantaggi (in termini di maggiore soddisfazione dei dipendenti, miglioramento della cultura aziendale e, in definitiva, di aumento della produttività).

Conclusione

Con i contratti a tempo determinato, le imprese possono risolvere o prevenire problemi temporanei, come le assenze di dipendenti o i picchi di produzione. Al contempo, questa tipologia contrattuale presenta diversi vincoli che servono a tutelare i dipendenti assunti con questa modalità. Per tenere sempre sotto controllo le presenze e la situazione contrattuale delle risorse umane della tua azienda, puoi affidarti all’automazione. Il sistema di gestione HR di Personio, ad esempio, può aiutarti a ridurre le attività amministrative e a centralizzare i documenti dei dipendenti.

Domande frequenti

La disciplina sui contratti a tempo determinato è soggetta a frequenti variazioni ed è comprensibile avere dubbi in merito. Di seguito troverai la risposta alle domande più frequenti sui contratti a termine.

Qual è la durata massima di un contratto di lavoro determinato?

La durata massima è stabilita in 12 mesi. Se ci sono esigenze specifiche, la durata è rinnovabile fino a 24 mesi.

Fino a quante volte è possibile prorogare un contratto a tempo determinato?

Nel giro di 24 mesi, un contratto a tempo determinato può essere prorogato fino a quattro volte.

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