Dimissioni e ferie non godute: come e quando vengono pagate le ferie non godute in caso di dimissioni?

Urlaubsanspruch bei Kündigung

Le ferie sono un diritto inalienabile, garantito dall’art. 36 della Costituzione. In quanto diritto, i legislatori hanno previsto che un lavoratore non possa rinunciare alle quattro settimane di ferie annuali dietro pagamento di una somma di denaro, nemmeno se si tratta di una sua libera scelta. 

L’art. 10, comma 1, del D.Lgs. 66/03, e le successive modifiche entrate in vigore con il D.Lgs. 213/04, stabiliscono chiaramente che i lavoratori debbano godere di due settimane di ferie nell’anno in cui sono state maturate, possibilmente continuative. Le altre due settimane di ferie possono essere godute nell’arco dei 18 mesi successivi all’anno in cui sono state maturate.

Ma cosa succede se un dipendente cessa il rapporto lavorativo senza aver goduto delle ferie minime previste dalla legge? In questo caso, dovrai corrispondere al dipendente un’indennità per ferie non godute. Oggi ti parliamo proprio di come gestire dimissioni e ferie non godute per evitare problemi legali o altre situazioni spiacevoli con ex-dipendenti.

Punti chiave

  • Il D. Lgs. n. 66 del 2003 stabilisce che le ferie annuali non godute possono essere compensate in denaro solo in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

  • Il datore di lavoro è obbligato a retribuire le ferie non godute a seguito di dimissioni volontarie, licenziamento o dimissioni per pensionamento. Fa eccezione il licenziamento per giusta causa.  

  • Secondo la Cassazione (sentenza n. 3021 del 10 febbraio 2020), l’indennità di ferie non godute ha una doppia valenza: viene considerata retribuzione ai fini del calcolo dei contributi, mentre viene considerata risarcimento ai fini della prescrizione, con un limite temporale di 10 anni. 

  • Le ferie non godute sono soggette a prescrizione dopo 10 anni dalle dimissioni.

  • Il pensionamento prevede un preavviso di dimissioni da inviare al datore di lavoro prima ancora di inviare la richiesta di pensionamento all’ente previdenziale.

  • Il datore di lavoro ha facoltà di scegliere un periodo di ferie cumulative, da comunicare ai dipendenti prima della firma del contratto. 

  • Per evitare sanzioni o cause legali, l’azienda deve creare un piano ferie efficace e monitorarlo costantemente. Per una migliore organizzazione aziendale, il datore di lavoro può incentivare i dipendenti a utilizzare le ferie a disposizione.

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Come gestire dimissioni e ferie non godute 

Ti sarà già capitato di dover gestire la fine di un rapporto lavorativo. Magari la tua azienda ha assunto dei dipendenti a tempo determinato, oppure alcuni lavoratori hanno raggiunto l’età pensionabile o maturato l’anzianità minima richiesta dalla legge. O ancora, un dipendente ha scelto di lasciare il lavoro improvvisamente, dandoti le dimissioni senza preavviso.

Qualsiasi sia il motivo delle dimissioni (volontarie, per licenziamento, per pensionamento), il datore di lavoro è sempre tenuto a pagare le ferie non godute, anche in caso di mancato preavviso. In questo ultimo caso, però, puoi addebitare una trattenuta per non aver rispettato il preavviso contrattuale, chiamata “indennità sostitutiva di mancato preavviso”. 

Nel caso in cui tu debba calcolare la trattenuta per mancato preavviso, dovrai partire dallo stipendio mensile lordo a cui andranno aggiunti i ratei di tredicesima e quattordicesima (qualora previste), ed eventuali bonus mensili. La somma ottenuta va poi moltiplicata per il numero di mesi di preavviso previsti dal contratto. Così avrai il totale lordo dell’indennità per mancato preavviso da addebitare all’ex-dipendente in busta paga. 

Per calcolare l’indennità delle ferie non godute dovrai moltiplicare le ferie residue per il compenso  lordo giornaliero, oppure orario, come indicato in busta paga. 

Proviamo a calcolarlo prendendo, ad esempio, un compenso orario medio lordo a 13€ l’ora. Se al momento delle dimissioni il dipendente ha 20 ore di ferie residue, il calcolo sarà: 13€ * 20 ore residue = 260 euro lordi. 

Togliendo poi tasse e contributi dovuti, si otterrà l’indennità netta. 

Ferie non godute per dimissioni: quando e quanto vengono pagate?

Può accadere che non si riesca a rispettare il piano ferie: in questo caso, oltre al calcolo del trattamento di fine rapporto, dovrai comunque calcolare le ferie maturate e i permessi non goduti che spettano al lavoratore. 

Esiste una scadenza entro la quale vanno pagate le ferie non godute? Pur trattandosi di un diritto intoccabile, anche le ferie non godute sono soggette a prescrizione dopo un certo numero di anni dalle dimissioni. 

Secondo l’art. 2948 del Codice Civile, le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro vanno in prescrizione dopo 5 anni. Il Codice riconosce tali indennità come compensi, quindi parte della retribuzione dovuta a lavoratori e lavoratrici. La giurisprudenza ha discusso a lungo riguardo queste indennità. La sentenza della Corte di Cassazione n. 3021 del 10 febbraio 2020 ha stabilito che l’indennità di ferie non godute ha una doppia natura:

  • È un compenso da prendere in considerazione per il calcolo dei contributi (natura retributiva)

  • È un risarcimento del danno causato dalla perdita del riposo (natura risarcitoria)

Questa sentenza porta i termini di prescrizione per ottenere l’indennità per le ferie non godute a 10 anni, invece dei 5 previsti dal Codice Civile per la mancata retribuzione.

Per questo, ti suggeriamo di procedere alla chiusura della pratica nel più breve tempo possibile. L’ex-dipendente potrebbe, infatti, ricorrere a vie legali nel timore che il pagamento delle ferie non godute cada in prescrizione. Come avrai intuito, dunque, il nostro suggerimento cerca solo di evitare situazioni potenzialmente  complicate da gestire, sia per te che per l’azienda. 

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Che siano ferie, malattie o congedi, in Personio i dipendenti chiedono autonomamente i loro permessi e il responsabile li rilascia. Nel frattempo, con Personio tu ne hai un quadro d'insieme immediato.

Tassazione delle ferie non godute

L’indennità per ferie non godute è soggetta a tassazione? Nel corso degli anni la tassazione di tale indennità è stata oggetto di svariate controversie legali, coinvolgendo diversi attori: dall’Agenzia delle Entrate ai Tribunali Amministrativi Regionali, fino ai ricorsi in Cassazione.

Secondo la già citata Sentenza di Cassazione n. 3021/2020, l’indennità di ferie non godute deve intendersi ai fini fiscali come vera e propria retribuzione: è dunque soggetta ad aliquote IRPEF, come stabilito dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), aggiornato alla Legge di Bilancio 2022. 

L’imposta sostitutiva si applica in modo separato a: 

  • Indennità di ferie non godute

  • Trattamento di fine rapporto (TFR)

  • Indennità di mancato preavviso

Inoltre, dal lordo della retribuzione delle ferie non godute dovrai scalare anche i contributi INPS.

Dimissioni per pensionamento e ferie non godute 

Anche nel caso in cui il dipendente abbia raggiunto età o anzianità di servizio tali da poter andare in pensione, dovrà comunicare la propria decisione al titolare o a chi gestisce le Risorse Umane, presentando un preavviso di dimissioni per pensionamento. Il preavviso va comunicato prima di presentare la domanda di pensionamento all’INPS o ad altro ente previdenziale.

La legge italiana stabilisce un’età minima necessaria per andare in pensione. In qualità di HR Manager, puoi ipotizzare che i dipendenti che hanno raggiunto una certa anzianità - anagrafica o lavorativa - possano voler presentare domanda di pensionamento. Tuttavia, anche questa richiesta potrebbe coglierti di sorpresa o arrivare in un momento complicato per l’azienda. Da qui la necessità di presentare un preavviso di dimissioni. 

La richiesta di dimissioni per pensionamento va gestita esattamente come un qualsiasi preavviso di dimissioni. Anche in questo caso, dovrai procedere con il calcolo di eventuali ferie arretrate, del TFR e dei contributi INPS.

Perché è meglio evitare la monetizzazione di ferie non godute? 

Nonostante la legge preveda espressamente il pagamento di ferie non godute in caso di dimissioni, il nostro suggerimento è quello di cercare di evitare che ogni dipendente accumuli giorni di ferie. Oltre a una causa legale, il mancato godimento delle ferie maturate può dare luogo a sanzioni pecuniarie di varia entità: da € 100 fino a € 4.500. 

Inoltre, la Sentenza n. 26160/2020 della Corte di Cassazione - Sez. Lav., ha stabilito che le ferie non godute sono soggette a obbligo previdenziale. Ciò significa che i contributi previdenziali per ferie non godute sono a carico del datore di lavoro.

Cosa fare nel caso in cui un dipendente si rifiutasse di andare in ferie? Il comunicato stampa n.165/18 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea presenta un caso del genere. Le sentenze emesse hanno stabilito che il datore di lavoro può rifiutarsi di pagare le ferie non godute se è in grado di dimostrare che il lavoratore: 

  • è stato informato ripetutamente della possibilità di usufruire delle ferie 

  • si è volontariamente rifiutato di farlo per ottenere un vantaggio economico.

Dimissioni e liquidazione ferie non godute

Una corretta organizzazione dell’attività lavorativa e del piano ferie permette di arrivare alla fine del rapporto di lavoro senza ferie arretrate. 

Il primo passo per gestire dimissioni e ferie non godute è quello di elaborare un piano ferie che possa soddisfare le esigenze di ogni dipendente, ma che sia anche flessibile: in questo modo, eventuali dimissioni improvvise non influiranno in maniera determinante sulla consueta attività lavorativa.

Per evitare problemi legati alle dimissioni e alle ferie non godute, sarebbe bene monitorare costantemente la situazione e cogliere in tempo eventuali disagi che possano portare a dimissioni inaspettate. A volte basta davvero poco per creare un ambiente di lavoro sano e collaborativo, dal quale nessun dipendente voglia andare via.

Conclusioni

Ricorda che, come azienda, decidere le ferie cumulative è un tuo diritto. Ci riferiamo ai periodi di chiusura dell’azienda, da comunicare preventivamente al personale, come stabilito dal Codice Civile. Inoltre, per evitare accumuli di ferie non godute, puoi sollecitare i tuoi dipendenti a usufruire di questo loro diritto, ricordandogli quanti sono i giorni di ferie a disposizione di ciascuno. Una comunicazione scritta periodica servirà anche a rafforzare il legame tra l’HR e gli altri dipartimenti. 

Noi possiamo darti una mano. Grazie alla nostra piattaforma HR-all-in-one, potrai avere sotto controllo ogni aspetto legato a permessi e periodi di ferie. Calcolare le ferie non godute e gli altri obblighi di legge in caso di dimissioni sarà molto più semplice e veloce! 

Domande frequenti

In caso di dimissioni le ferie non godute vanno compensate? 

Sì, il datore di lavoro deve retribuire le ferie non godute in caso di dimissioni, a prescindere dalla motivazione (dimissioni volontarie, licenziamento, pensionamento).

Il datore di lavoro può calcolare delle trattenute per mancato preavviso?

Sì, il dipendente deve corrispondere un’indennità di mancato preavviso qualora decidesse di lasciare l’azienda senza rispettare i termini di legge.

Come funzionano le dimissioni per pensionamento?

Le dimissioni per pensionamento funzionano esattamente come le altre: chi decide di andare in pensione presenta un preavviso di dimissioni prima di inviare la domanda di pensionamento agli enti preposti.

L’indennità per ferie non godute è soggetta a tassazione?

Sì, la Sentenza di Cassazione n. 3021/2020 ha stabilito che l’indennità per ferie non godute rappresenta un compenso ai fini fiscali ed è quindi soggetta all’imposta sostitutiva IRPEF.

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